Recensione Epiphone es-339 pro
Da ormai qualche tempo sono un felice possessore di un Epiphone es-339 pro, una semiacustica con le seguenti caratteristiche:
- è a cassa sottile
- ha la forma di una 335, ma col corpo più piccolo
- ha pickup humbucker splittabili singolarmente
Arrivo subito al dunque: è fantastica!
Certo, non è perfetta, ma la base è assolutamente ottima.
Andiamo con ordine:
PRO
- versatilità: i suoni degli humbucker spaziano dal rock al blues elettrico, al jazz molto facilmente. Con i pickup splittati in single coil, seppur con volumi più bassi, si aggiungono sonorità.
- qualità: la qualità della costruzione non è eccelsa, ma comunque buona per il prezzo. Giusto la finitura delle "f" lascia un po' a desiderare.
- suono: è questo il vero punto di forza. Il suono del pickup al manico è comunque pieno nonostante la cassa ridotta e quello al ponte si fa sentire potendo suonare AC/DC, Chuck Berry, Oasis ecc in tranquillità mantenendo una pasta sonora sempre buona.
- dinamica: i pickup hanno una buona dinamica. Più potenti di quelli della mia Telecaster (sono pur sempre humbucker), senza rinunciare al feeling di un tocco morbido fino al "pestato".
- suonabilità: nonostante un manico all'apparenza grosso, è assolutamente suonabilissima e confortevole.
- prezzo: ~340 euro nuova.
CONTRO
- mix: purtroppo nel mio attuale gruppo siamo in 6 e l'altra chitarra usa suoni molto mediosi. In questo senso la 339, col pickup al manico, esce meno nel mix rispetto alla mia Telecaster.
- accordatura: mentre con la Telecaster corro il rischio di non dover accordare per ore, con la 339 mi tocca controllare ogni 2-3 pezzi per sicurezza.
- "sporcizia": per come esce dalla fabbrica la tastiera è unta a causa di un olio usato per proteggerla. Questo comporta un po' di sporcizia sulla tastiera. Non è un difetto vero e proprio, però a me una chitarra non pulita dà fastidio.
- action: sempre da fabbrica esce con un'action alta. A me non ha fatto differenza perché ci ha pensato il solito controllo prevendita del solito negozio bolognese. Lo segnalo solo per chi pensasse possa essere un problema; si può abbassare a livelli normali. Non ho provato action estreme.
In definitiva userei la 339 SEMPRE se avessi un trio/quartetto jazz/jazzy/blues/rock-blues/rock'n'roll con punte anche più hard.
Per il jazz non c'è confronto con la Telecaster. Sul rock se la giocano. Sul blues è questione di gusti.
In definitiva questa Epiphone ha preso subito un posto nel mio cuore.
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AGGIORNAMENTO
Ho effettuato alcune modifiche e, ovviamente, anche preso meglio coscienza dei pregi e difetti della 339.
Andiamo con ordine.
Modifiche
- cambio capotasto: purtroppo col capotasto originale gli accordi in prima posizione erano scordati, colpa di un capotasto troppo alto, almeno per come prendo gli accordi io. Per pura coincidenza me l'ha fatto in ebano un amico liutaio di contrabbassi.
- mascherina pickup manico invertita: il pickup al manico non era parallelo alle corde, ho quindi smontato il pickup e ruotato di 180° la mascherina che lo tiene. In questo modo il pickup è quasi parallelo alle corde, fornendo un suono più bilanciato.
- cambio meccaniche: quasi uno sfizio visto che sono passato dalle originali Grover a .... Grover.
- manico scartavetrato: per rendere il manico più scorrevole ho scartavetrato la parte posteriore, togliendo un po' di vernice. Ho usato carta vetrata 600 grit con un po' di acqua e con mano leggerissima. Consiglio carta vetrata anche più fine.
Per il resto confermo che la chitarra vale e, direi, anche più del prezzo che si paga.
Ha un buon sustain e si può usare tranquillamente sia sul pulito (jazz, accompagnamento pop, blues, ...) che sul distorto (dal blues elettrico all'hard rock) in scioltezza.
Praticamente non uso i pickup splittati e quello al ponte solo a volume basso in combinazione col manico; in questo modo accompagno con entrambi e per i soli passo al pickup al manico, magari mantenendo un po' di margine di volume.
Per chiarire: volume ponte a 3 e manico a 7; se serve metto a 10 il vomune del manico.
Configurazione alternativa: entrambi i volumi a 7 con pickup al ponte splittato.
E come dico ormai spesso: mi piace talmente tanto che mi sento in colpa con la mia numero uno: la Fender Telecaster MIJ dell'86.
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